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Mercoledì 7 dicembre alle ore 18.00, la Cooperativa Animazione Valdocco e l’Ufficio Pastorale Migranti della Diocesi di Torino hanno promosso, presso il Circolo dei Lettori di Torino, l’iniziativa di Associazione 21 luglio per la presentazione del libro di Anina Ciuciu “Sono Rom e ne sono fiera – dalle Baracche Romane alla Sorbona”, in uscita per la collana Scritture Resistenti della Casa Editrice Alegre.

Alla presentazione in anteprima Nazionale erano presenti l’autrice Anina Ciuciu e il Presidente dell’Associazione 21 luglio Carlo Stasolla, intervistati per l’occasione dalla giornalista de La Stampa Maria Teresa Martinengo.

Anina ha 25 anni, ed è Rom. Oggi studia per diventare magistrato alla Sorbona dove, grazie ad una borsa di studio, frequenta un Master di secondo livello. Prima di riuscirci però ha conosciuto i terribili viaggi per migrare dalla Romania, gli squallidi campi nomadi italiani, la miseria, la necessità di chiedere l’elemosina per strada, gli insulti dei passanti. In questo libro – che in Francia ha già venduto 10 mila copie – racconta la sua storia in prima persona.


Scheda libro 

TITOLO Sono Rom e ne sono fiera - Dalle baracche romane alla Sorbona
AUTORE Anina Ciuciu
USCITA Settembre 2016
PAGINE 192
ISBN 9788898841509
COLLANA Scritture resistenti
PREZZO 15,00 Euro

Anina ha 26 anni, ed è rom. Oggi studia alla Sorbona per diventare magistrato. Prima di riuscirci però ha conosciuto i terribili viaggi per migrare dalla Romania, gli squallidi campi nomadi italiani, la miseria, la necessità di chiedere l’elemosina per strada, gli insulti dei passanti e poi dei compagni di classe.
In questo libro intenso e coinvolgente – che in Francia ha venduto oltre diecimila copie – trova il coraggio di raccontare la sua storia in prima persona. Ha sette anni quando la sua famiglia scappa dalla Romania per raggiungere l’Occidente attraverso un viaggio tanto costoso quanto drammatico. In Italia si ritrova nella baraccopoli Casilino 900 in cui trascorre mesi di soprusi e umiliazioni. Tra mille peripezie fugge poi con la famiglia verso la Francia dove, dopo alcuni mesi vissuti in un furgone, grazie all’aiuto di due donne gli assegnano un appartamento. Dopo un periodo di clandestinità, i suoi genitori ottengono il permesso di soggiorno e di conseguenza un lavoro regolare che consente loro di far studiare i propri figli. Fino all’arrivo di Anina alla Sorbona.
Anina ha mantenuto le sue radici, parla il romaní, cucina secondo la tradizione familiare. Ma si considera anche francese e rumena ed è orgogliosa di esserlo. È probabilmente la prima ragazza rom ad entrare nella prestigiosa università parigina, eppure non si considera un personaggio straordinario. È semplicemente una ragazza rom che ha saputo e voluto cogliere un’opportunità. Ciò che dovrebbe sembrare straordinario della storia che ci racconta è invece la violenza che viene perpetuata verso un intero popolo per il solo fatto di essere rom. E che costringe ogni bambino a vergognarsi fin dalla nascita. «No, non sono nata mendicante – scrive Anina – Sono le politiche che si sono succedute ad avermi resa tale, come potrebbero farlo con ognuno di voi».
Un’autobiografia che cambia il punto di vista con cui si è abituati a guardare la realtà e permette di superare qualsiasi pregiudizio razzista. Lanciando un messaggio di speranza allo stesso popolo rom.

"Quando domani per strada incrocerete una signora con la schiena curva, con un cartello di cartone sulle ginocchia, quando vedrete che accanto a lei c’è seduta una bambina dai capelli lunghi e neri, non giudicatela, non insultatela, non picchiatela.
Ho vissuto tutto questo e ne sono stata segnata a vita. Ma oggi, davanti a me, ci sono le porte della Sorbona che si aprono."

Autrice:
Anina Ciuciu, 26 anni, rom, studentessa di Giurisprudenza in Francia all’Università della Sorbona. Il suo libro in francese è stato pubblicato da City Editions con il titolo Je suis Tzigane et je le reste, vendendo oltre diecimila copie, ed è stato tradotto anche in lingua rumena dalla casa editrice Trei nel 2014 con il titolo Mandrà sa fiu Rroma.

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