Ho letto le notizie che hanno coinvolto la Vostra Cooperativa ed il suo presidente. Vi scrivo queste righe pensando a voi come colleghi poiché di questo si tratta. Condividiamo, infatti, la passione per un lavoro che implica molte soddisfazioni ma anche amarezze, tensioni ed incomprensioni. Oggi siete al centro della cronaca, però, non per quella passione che vi caratterizza ma per un presunto illecito che sentite pesantemente ed ingiustamente infamante e stigmatizzante.
Comprendo che sia molto difficile sopportare tutto questo. Anche perché, purtroppo, si parla del nostro lavoro quasi esclusivamente quando le cose vanno male o, forse come in questo caso, per cavalcare l’ondata emotiva e politica di indagini aperte su corruzione e tangenti varie. Non conosco personalmente Paolo Petrucci ma questo non è assolutamente rilevante. Non ha, infatti, alcuna rilevanza rispetto al grande rispetto che porto nei vostri confronti e, qualsiasi possa essere l’esito delle indagini della magistratura, nulla potrà cambierà. Ribadisco qui, infatti, quanto sostenuto in occasione delle feste dei Centri Diurni ovvero l’estrema importanza che hanno le Cooperative Sociali come la Vostra, cari colleghi. Ritengo che esse abbiano un ruolo fondamentale ed insostituibile nel panorama odierno degli interventi con alta specializzazione rivolti a persone in situazioni di fragilità. Non si tratta,quindi, a mio personale giudizio di utilizzare gli operatori in una sorta di elegante intermediazione di manodopera legalizzata. Significa, infatti, avere operatori specializzati e profondamente appassionati che riescono ad ‘interpretare’ e non ‘eseguire’ i servizi che vengono appaltati. Il termometro è per me rappresentato da quella creatività che vi permette di dare vita a ciò che è solo in fieri . La creatività è quell’atto che fertilizza un terreno da cui il germoglio può diventare se stesso (e non ciò che noi vorremmo) e nel contempo non permette al deserto la sterilità del Burn Out. Sappiamo anche che questo, però, non è possibile se i vertici non sposano questa linea e non la stimolano. Sono sicuro, quindi, che il Vostro presidente né uscirà pulito. Qui, però, è in gioco, purtroppo, il buon nome del lavoro delle Cooperative sociali. Ho sentito alcuni di voi smarriti ed arrabbiati. Comprendo il vostro disappunto di fronte a gravi accuse che pesano su di voi ma soprattutto su quella che può essere considerata una seconda famiglia. Comprendendo tutto questo ma Vi assicuro, semmai ci fosse il bisogno di farlo, che non sono in discussione la professionalità che ha sempre contraddistinto il nostro rapporto lavorativo. Queste sono ovviamente mie considerazioni personali. Con affetto Maurizio Pauletta