Il piano terra è pensato come spazio di ibridazione nel quale convivono sei unità commerciali in fase di locazione, due spazi polivalenti destinati a creare occasioni di incontro e approfondimento culturale e sociale, un giardino accessibile a tutta la cittadinanza.
Il secondo e il terzo piano ospitano due trilocali e quattro bilocali destinati a famiglie, anche monoparentali o con al massimo due figli, che per motivi contingenti non hanno le risorse per accedere al libero mercato e neanche i requisiti per accedere all’edilizia residenziale pubblica.
Il terzo piano è organizzato in 7 camere singole, 1 salone/cucina, servizi e altri spazi comuni ed è stato pensato come spazio destinato ai city users, cioè studenti e giovani lavoratori fuori sede.
La palazzina appartiene alla Diocesi dal 1955, frutto di una donazione. È dei primi del '900 e, fino a sette anni fa, ospitava una casa di riposo. È stata ristrutturata grazie ai finanziamenti di Fondazione CRC, che ha dato 150 mila euro, alla Diocesi con Caritas, che ha contribuito per 350 mila euro, alla Fondazione San Paolo di Torino, che ha dato 165 mila euro e infine alla CEI, che ha donato altri 200 mila euro