La Cooperativa Animazione Valdocco in occasione della Giornata Mondiale di lotta contro l’AIDS del 1° dicembre, promuove la prevenzione della diffusione delle MST (Malattie Sessualmente Trasmissibili).
Un messaggio per incoraggiare pratiche positive per la salute. Una campagna assumersi la responsabilità di proteggere se stessi ed il partner dal rischio di diffusione delle malattie.
Insieme ai discorsi sull’evoluzione dell’epidemia e sulla poca attenzione che ad oggi i giovani le dedicano (25-29 anni la fascia più colpita nell’ultimo biennio), è importante soffermarsi su cosa significhi vivere con l’HIV da anni, alla luce del fatto che l’AIDS non è, nella considerazione e nei vissuti, una malattia come altre. È significativo che un’alta percentuale dei malati (4 su 10) voglia tenere nascosta l’infezione ai propri familiari. “Per proteggerli” è la spiegazione più sentita, o per proteggere sé stessi dalle reazioni che il sapere potrebbe innescare. La paura ingiustificata del contagio personale e l’ancora diffuso giudizio di “essersela andata a cercare”, è tutt’altro che sparito.
Gli episodi di discriminazione piccola o grande che i sieropositivi si trovano a subire si verificano anche nel settore sociosanitario, magari attuati senza nemmeno aver la consapevolezza di metterli in atto, attraverso uso eccessivo di mezzi di protezione e talvolta sottovalutando il peso emotivo di chi vive questa condizione: “Un peso che i farmaci non affievoliscono, la qualità degli sguardi e degli atteggiamenti di chi viene a scoprire che sei affetto da HIV”.
La prima diagnosi di AIDS venne fatta nel 1981 negli USA riferendosi ad una sindrome che si ripeteva mortale, senza cura e della quale non si conoscevano le cause. Dal al 1996 con l’individuazione delle terapie antiretrovirali è stato possibile limitare le morti per AIDS, senza riuscire ad eradicare il virus, ma trasformandolo in una sindrome con la quale, a determinate condizioni, è possibile convivere.
Ciò ha determinato contestualmente un calo dell’attenzione generale sull’argomento, ma l’AIDS in Italia contagia ancora 11 persone al giorno.
Mettitelo in testa. Il sesso sicuro suona meglio.